Premettiamo che volutamente abbiamo deciso di pubblicare solo oggi questo comunicato, al fine di non screditare in alcun modo gli Scrutatori “prescelti” e di conseguenza turbare lo svolgimento delle procedure di voto.
Aggiorniamo, quindi, i Concittadini in merito alla questione Scrutatori.
Il Segretario Generale, con nota datata 28.05.2025, ci edotto che la Commissione Elettorale del Comune di Trani, all’unanimità ha adottato il seguente criterio per nominare gli Scrutatori per i Referendum: “scegliendoli tra i nominativi compresi nell’albo degli scrutatori” (…) “sulla base di designazioni predisposte dai componenti (omissis) e (omissis)”.
Quindi, non ci resta che prendere atto che l’individuazione degli Scrutatori sia stata frutto non della Dea Fortuna, che avrebbe sicuramente applicato criteri oggettivi e costituzionali quali: imparzialità, pari opportunità e trasparenza, ma di “un’entità sovrannaturale” che avrà “ispirato” i due Componenti della Commissione.
Ribadiamo, la Legge consente tale scelta discrezionale ma, per noi, resta Eticamente discutibile.
Infatti, per trasparenza non basta mettere quattro manifesti in città dove si pubblicizza la data della riunione, ma serve anche informare e spiegare alla gente quanti nominativi sono stati assegnati (se sono stati assegnati) alle singole formazioni politiche, quanti e quali sono i nomi dei supplenti, precisando sul verbale quale sarebbe stato il criterio di chiamata in caso di necessità.
Per criteri non basta scrivere “designazione” affidando a soli due componenti la fortuna o l’immensa abilità di nominare 166 scrutatori effettivi e 50 supplenti, senza dirci con quali criteri li hanno scelti
Quali sono i criteri che troviamo su altri verbali in giro per l’Italia? Qualcuno prevede una percentuale di disoccupati, altri danno priorità a coloro che previamente abbiano manifestato la loro disponibilità ad assumere l’incarico, taluni dedicano una percentuale ai bisognosi indicati dagli Uffici delle Politiche Sociali e chi, anche nel sorteggio, garantisce il rispetto della parità di genere, ovvero un ugual numero di componenti di sesso femminile e maschile.
Questi sono una parte di criteri che rispondono a pieno ai principi si imparzialità, pari opportunità e trasparenza, “il resto è solo noia” eticamente molto preoccupante.